“Taste Tourism”: le stelle Michelin italiane “valgono” 500 milioni di euro

La Guida Michelin 2025 verrà presentata il 5 novembre a Modena, nella “Food Valley” italiana. Per l’occasione è stata aggiornata la ricerca Jfc sull’indotto generato dai ristoranti stellati sul nostro territorio.

di Annalisa Cavaleri

Il turismo enogastronomico vale sempre di più. Gli ultimi dati Ixè/Coldiretti 2024 hanno dimostrato come il cibo resti il motore della vacanza nel Belpaese, tanto da essere diventato la prima voce del budget. Circa 1/3 della spesa per consumi dei turisti viene effettuata al ristorante, per gli street food o per l’acquisto di souvenir gastronomici. Nel 2024, il cibo si conferma come la principale voce di spesa nelle vacanze estive degli italiani. L’investimento complessivo è di circa 10 miliardi di euro. L’enogastronomia trionfa anche tra i souveniroltre il 41% degli italiani ha scelto di riportare a casa prodotti alimentari tipici, da regalare o condividere in famiglia e con gli amici.

Successo anche tra gli stranieri, visto che ben il 90% dei turisti americani indica il cibo e il vino italiani come il motivo di scelta per passare le proprie vacanze nel Belpaese, con l’enogastronomia che si piazza in testa alla classifica delle “bellezze” più gettonate dai vacanzieri statunitensi.

Marco Do, direttore della comunicazione e relazioni esterne di Michelin Italia

La Guida Michelin e la nuova ricerca JFC

Questi dati fanno un decisivo passo avanti con la ricerca JFC commissionata dalla Guida Michelin in occasione dei 70 dell’edizione italiana. I dati sono stati presentati in anteprima ieri a Torino, in occasione dell’evento alla Nuvola Lavazza. Ma facciamo un passo indietro per capire con precisione l’incremento di indotto generato dai ristoranti stellati.

La ricerca Jfc del 2016, infatti, aveva analizzato il valore economico che si genera dall’ingresso nella Guida Michelin. Lo studio, frutto di sessanta interviste a titolari di ristoranti stellati e dell’analisi di circa cinquanta bilanci, aveva notato come l’ottenimento della prima stella Michelin, in media, determini un incremento di fatturato del 53,2%.

Per la seconda e la terza stella gli incrementi di fatturato si rivelavano meno significativi, ma comunque consistenti: rispettivamente +18,7% per chi passa da 1 a 2 stelle e +25,6% per chi ottiene la terza stella. I benefici sono sia diretti (maggiore incasso del ristorante) che indotti, con incremento delle attività extra-ristorante (dimostrazioni, eventi, banchetti “firmati”, consulenze ecc.). (Fonte A. Cavaleri, “Luxury Food” FrancoAngeli, p.65 e Mongilardi A., “Quanto vale una stella?”, Jfc, aprile 2016).

La nuova ricerca 2024 – che analizza i dati 2023 – di Jfc fa ben sperare tutti gli operatori del turismo e della ristorazione visto che i dati sono più che confortanti. I ristoranti stellati italiani hanno accolto 2,4 milioni di clienti (di cui il 40,7% dall’estero, provenienti da 43 paesi) per un indotto complessivo di 438 milioni di euro (rispetto ai 280 milioni di euro dello studio precedente).

I dati e le informazioni rilevate consentono anche di effettuare una proiezione sull’anno in corso. Per il 2024, le previsioni indicano un risultato relativo all’indotto indiretto in aumento, pari a quasi 500 milioni di euro totali (498 MLN €).

Interessante sottolineare che la cifra non include la spesa sostenuta nel ristorante stesso, ma interessa i settori dell’hotellerie, del commercio e dei servizi, rappresentando quindi un vero valore aggiunto in cui il “ristorante stellato” ha la sua sede.

Infatti, il 74,6% della clientela estera ed il 39,5% di quella italiana trascorre almeno una notte nella destinazione o nelle immediate vicinanze, generando quindi benefici indiretti sui settori dell’ospitalità (circa 355 MLN €), del commercio (48 MLN €) e dei servizi locali (35 MLN €).

Quanto vale oggi una stella Michelin per il territorio?

Lo studio rileva che:

  • ogni ristorante 1 Stella MICHELIN genera benefici diretti sul territorio pari a 805 mila euro circa
  • che diventano 2,4 milioni di euro quando si tratta di un ristorante 2 Stelle MICHELIN
  • per poi esplodere quando prendiamo in esame i ristoranti che “meritano il viaggio”, ovvero quelli insigniti delle 3 Stelle MICHELIN, con un risultato che supera i 6,5 milioni di euro ciascuno.

L’analisi realizzata da Jfc identifica, inoltre, Usa, Francia e Germania come i paesi più rappresentati dalla clientela straniera. Quasi il 70% dei gestori di hotel di qualità (da 3 a 5 stelle lusso) localizzati nei pressi di un’insegna stellata Michelin, dichiara di avere clienti giunti in albergo proprio per recarsi in uno specifico ristorante.

I ristoranti stellati sono quindi, uno dei motivi primari per cui il turista organizza il suo viaggio. Non solo bellezze naturalistiche, paesaggistiche, monumenti e musei, ma anche il cibo e la creatività italiana come forma di cultura.

La “classifica” delle regioni italiane

La ricerca commissionata dalla Guida Michelin sottolinea come la regione italiana a beneficiare maggiormente della presenza dei ristoranti stellati sia la Lombardia, seguita dalla Campania. In terza posizione troviamo il Piemonte.

A livello provinciale, è Napoli a giovare dei maggiori benefici, seguita da Roma e Milano.
Interessante il dato relativo ai comuni che, dopo un podio formato da tre capoluoghi di regione (Milano, Roma e Firenze), vede la presenza di comuni di ben più piccole dimensioni. A cominciare Senigallia – “casa” di Mauro Uliassi e Moreno Cedroni, al quarto posto e Massa Lubrense al quinto.

Nella Top Ten anche Orta San Giulio, Alba e Brunico, non a caso “sede”, rispettivamente degli chef tristellati Antonino Cannavacciuolo, Enrico Crippa e Norbert Niederkofler. Tra i capoluoghi si posiziona sesta Torino e, al settimo posto, Modena che il prossimo 5 novembre ospiterà la 70^ edizione della Guida MICHELIN Italia. In questo caso il pensiero va subito al tristellato Massimo Bottura, da sempre alfiere del lusso Made in Italy a livello internazionale.

70 anni on the road: l’idea geniale di “content marketing” dei fratelli Michelin

La Guida Michelin è sicuramente il punto di riferimento della ristorazione internazionale, ma non bisogna mai dimenticare che la Guida “rossa” viene da un’idea geniale di marketing.

I fratelli Édouard e André Michelin, infatti, avevano capito che non bastava produrre pneumatici di eccellente qualità, ma che il lusso è soprattutto experience e servizio attento al cliente.

Amanti dell’innovazione, i fratelli Michelin trasformarono l’azienda familiare, che fabbricava attrezzature agricole, in una società che rivoluzionò i trasporti. Inventarono prima lo pneumatico smontabile per bi- cicletta (1891), poi per automobile (1895), poi lo pneumatico senza camera d’aria (1930). Nel 1951 la società si trasformò in gruppo industriale e oggi è tra i leader mondiali di produttori di pneumatici per fatturato.

A distanza di quasi 120 anni dal suo arrivo in Italia, Michelin è ancora oggi il primo produttore ed il primo datore di lavoro italiano nel settore dei pneumatici, con un indotto diretto quantificabile in 343 milioni di euro, erogati nei confronti di oltre 3000 fornitori italiani (dati 2023).

Riso, oro e zafferano di Gualtiero Marchesi, il primo stelle Michelin italiano. Courtesy of Fondazione Gualtiero Marchesi

Buon marketing: il punto di partenza è sempre un’esigenza reale

Ma come si passa dalle gomme a hotel e ristoranti? La questione è pratica, perché il buon marketing viene da un’esigenza reale. In quegli anni, infatti, c’erano in circolazione meno di tremila macchine in tutta la Francia e non si usavano di certo le app di localizzazione, come Google Maps. Tra mappe cartacee e cartelli stradali, il guidatore faceva una gran fatica a raccapezzarsi, soprattutto quando doveva trovate un’officina per cambiare una gomma bucata. Ed ecco, quindi, l’idea geniale dei fratelli Michelin in termini di servizio: tu compri i nostri pneumatici e noi ti forniamo un’utile guida per le tue esigenze.

Nasce così un librettino, di circa quattrocento pagine, che si poteva tenere con facilità nella parte laterale della portiera o nel portadocumenti. La guida, dalla copertina rossa, conteneva mappe, procedure per cambiare una ruota, indicazioni delle stazioni di servizio per il rifornimento. E, visto che chi viaggia da qualche parte deve pur fermarsi, nella guida c’era anche una lista di ristoranti per rifocillarsi e di alberghi per il pernottamento. La prima edizione francese fu lanciata nel 1900 in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi.

Nulla era lasciato al caso: per dare il servizio migliore, i fratelli Michelin decisero di assumere avventori misteriosi (oggi noti come “ispettori”) per provare i locali. Avrebbero dormito negli hotel e mangiato nei ristoranti, come “clienti normali”, dando poi una valutazione. La Guida MICHELIN arriva in Italia nel 1956, con il titolo “Dalle Alpi a Siena“. Dal 1957 la Guida copre tutto il territorio nazionale e nel 1959 compaiono le prime stelle. Sono stelle “uniche”: non esistono ancora le due e le tre stelle. Dal 1969 brillano anche le due stelle: “Tavola eccellente: merita una deviazione”. Nel 1986 appare per la prima volta il simbolo delle tre stelle, “Una delle migliori tavole: vale il viaggio”, che incorona Gualtiero Marchesi.


A distanza di oltre 120 anni, la Guida MICHELIN è presente in 45 paesi in tutto il mondo con la sua caratteristica unica: parlare in modo semplice, diretto e immediato grazie all’uso dei simboli.

Il rinnovo della partnership con il Consorzio Franciacorta e il nuovo partner Lambrusco

Tra le basi del marketing, creare una comunicazione di valori etici coerente con il territorio di appartenenza. Ecco perché la Guida Michelin Italia ha deciso di rinnovare la partnership con il Consorzio Franciacorta, un’altra eccellenza italiana che sta facendo sempre di più sentire la sua voce in ambito internazionale (basti pensare alla presenza ai 73° Emmy Award).

Gli chef stellati continueranno a brindare con il Franciacorta, Sparkling Wine Partner

“Dopo tre anni di collaborazione di successo come “Destination Partner“, Franciacorta assume il nuovo e strategico ruolo di “Sparkling Wine Partner”. Continueremo inoltre a sostenere il premio “Miglior Sommelier” per il prossimo triennio” ha dichiarato Silvano Bresciani, presidente del consorzio Franciacorta.

“Negli anni passati, Franciacorta ha non solo ospitato la presentazione della Guida, ma ha anche collaborato con Michelin per creare eventi, programmi formativi e iniziative culturali. Non sono mancati a contenuti esclusivi sui social media rivolti a chef e sommelier. I prossimi tre anni saranno l’occasione per dare continuità a questi progetti e sviluppare nuove sinergie” ha concluso Brescianini.

Tra i partner vino c’è anche il Consorzio Tutela Lambrusco come vino rosso. la “Come Consorzio Tutela Lambrusco siamo molto felici di supportare un evento importante come la presentazione della Guida MICHELIN Italia 2025, pubblicazione storica che premia i migliori ristoranti in giro per lo stivale – spiega Claudio Biondi, Presidente del Consorzio Tutela Lambrusco.  “I vini Lambrusco sono sempre più apprezzati proprio nel mondo della ristorazione per le loro caratteristiche, tra cui anche la gradazione alcolica contenuta: un aspetto particolarmente in linea con le attuali tendenze di consumo. Inoltre, grazie alle numerose varietà e tipologie presenti, dallo spumante al frizzante, questi vini possono essere facilmente abbinati con piatti molto diversi tra loro” conclude.

5 novembre: la “Michelin Star Revelation”

Appuntamento, quindi,a Modena al Teatro Pavarotti per la “Michelin Star Revelation”. Il 5 novembre si incoroneranno le nuove stelle 2025. E i nuovi chef e ristoranti stellati, come dimostra la ricerca Jfc, non avranno solo visibilità e gioia professionale, ma anche un positivo riscontro economico. Un aspetto fondamentale per la redditività e lo sviluppo della propria azienda.

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Per scoprire la storia della Guida Michelin, il significato delle stelle e la strategia di marcheting e comunicazione, scopri il libro “Luxury Food”

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