“Dining with A”: viaggio nei ricordi di Giorgio Armani

Cene in tutto il mondo con i piatti dell’infanzia di “Re Giorgio”. La figura del founder deve restare sempre viva nella mente del cliente per strategie di marketing di successo.

di Annalisa Cavaleri

Nel lusso spesso la domanda è: “Come fare ad organizzare eventi in linea con il brand, che non siano scontati e banali?”.

La risposta è: andare a fondo nella storia e nell’identità del brand, valorizzarne al massimo le radici. Solo così si potrà organizzare un evento che sappia raccontare l’heritage del brand e il suo radicamento culturale.

Il brand del lusso, infatti, è quasi sempre collegato a un fondatore mitico, che ha raggiunto il successo passando attaverso prove e fallimenti, riuscendo a uscirne vincitore, a dispetto di quanto dicessero “gli altri”. Il lusso nasce da quella visione eccezionale, fuori dagli schemi, che non guarda i competitor ma crea una nuova strada, unica e originale. E le persone acquistano il lusso perché vogliono accedere a quella visione eccezionale, innalzarsi, sentirsi “persone speciali”.

I brand mass market hanno un approccio completamente diverso: studiano i competitor, definiscono il prezzo e il posizionamento in base a ciò che già si trova sul mercato. L’Unique selling proposition è proprio la definizione della proposta di vendita unica e distintiva del brand rispetto ai competitor.

Il lusso, invece, è gioca un altro campionato, col luxury siamo in Champions League. Armani, Valentino, Dolce&Gabbana, fino a grandi figure dei luxury food come Alain Ducasse non “guardano” a ciò che fanno gli altri, non copiano, ma creano un nuovi trend. Non importa, poi, se piacerà o meno: il loro obiettivo è imporre il loro gusto, la loro visione.

Ecco perché, quando si acquista il lusso, non si acquista un “oggetto” ma si entra a far parte di un universo culturale, emozionale, relazionale. Quando acquisto un abito di Armani non sto comprando un abito, ma la storia di un uomo che ha rivoluzionato lo stile italiano nel mondo con la sua classe e la sua essenzialità. Armani è la capacità di rendere prezioso ogni abito e ogni accessorio, senza “aggiungere” orpelli, ma lavorando sulla qualità, il disegno, il taglio sartoriale perfetto. Quando compro Armani sto entrando nella sua storia mitica che ha cambiato la moda italiana.

Armani con la famiglia e i più stretti collaboratori – Courtesy of Armani

Valorizzare la figura del founder – che sia in vita o meno – è una delle chiavi del successo dei brand.
La storia del fondatore, la sua personalità e il suo mito vanno coltivati se si vuole creare un luxury food durevole, affascinante e di successo.

Lo sa bene un brand mondiale come Apple, che non manca di rimarcare la figura mitica del founder.
Steve Jobs è morto, eppure il suo mito permea ancora la sua azienda, la Apple. “Think different” era il suo stile di vita, messaggio rappresentato dalla “tecnologia dal volto umano” che ha creato. Libri e film alimentano il ricordo, appassionando giovani e meno giovani, divulgando i suoi insegna- menti, che sono massime di vita. Sul sito web della Apple c’è tutt’oggi una pagina “In ricordo di Steve”, che pubblica migliaia di messaggi di affetto per il founder. Il flusso è continuo e ininterrotto con la possibilità di far pubblica- re il proprio testo scrivendo a un indirizzo e-mail specifico. Il mito continua, senza soluzione di continuità, ricordando che, acquistando un prodotto Apple, si sceglie uno stile di vita e si condivide l’utopia potente di Steve Jobs.

Le cene che raccontano i gusti dell’infanzia di Giorgio Armani

E, quindi, rispondiamo alla domanda: “come organizzare eventi che rivitalizzino la figura del founder”?. Un buon esempio è la rassegna “Dining with A“, una serie cene che si terranno, in tutto il mondo e che renderanno omaggio alle origini piacentine del founder.

Armani, infatti è nato l’11 luglio del 1934, a Piacenza, da Ugo (impiegato e calciatore del Piacenza Calcio) e Maria Raimondi. A Piacenza ha frequentato il Liceo scientifico Lorenzo Respighi prima di trasferirsi a Milano con la famiglia. Oggi è Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Armani, tra le aziende della moda e del lusso leader nel mondo, con 8.304 dipendenti e 9 stabilimenti di produzione. Il Gruppo disegna, produce, distribuisce e vende direttamente prodotti di moda e lifestyle quali abbigliamento, accessori, occhiali, orologi, gioielli, cosmetici, profumi, mobili e complementi d’arredo e opera nell’ambito della ristorazione e dell’hotellerie. E’ stato tra i primi a comprendere come i luxury food potessero dialogare con l’hotellerie di lusso per creare experience immersive totali. Nei suoi “Armani Hotel”, infatti, si può vivere l’esperienza del suo stile, dall’accoglienza alle camere, dalle spa alla tavola.

Il Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Franco Anelli e Giorgio Armani

Per le sue capacità e la sua storia, di recente, il 10 maggio 2023, proprio la Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza gli ha conferito la Laurea honoris causa in Global Business Management.

L’Emporio Armani Caffè di Milano

Il format “Dining with A” è quindi un format pensato per portare l’ospite alle origini dell’uomo e del brand.
Il menu degustazione di quattro portate è composto dai piatti più significativi della tradizione
e legati ai ricordi d’infanzia dello stilista. Sarà proposto, per la prima volta il 19 novembre
all’Emporio Armani Ristorante di Milano
dal corporate chef Antonio D’Angelo.
Il menu sarà presentato, successivamente, nella serie di cene dedicate anche presso gli
Armani/Ristorante di Dubai, Tokyo e New York, rispettivamente nei mesi di febbraio, marzo e
aprile 2025.

“C’è un piatto che riunisce in sé la mia preferenza assoluta, il ricordo della mia infanzia e delle mie radici: i tortelli alla piacentina. Sono delicatissimi, da condire soltanto con burro appena fuso e grana. I migliori erano quelli che faceva mia madre: ho ancora in mente la sua espressione soddisfatta mentre li portava in tavola. Sono ricordi dei pranzi domenicali in famiglia che preludevano al tanto desiderato momento in cui mio padre si lasciava convincere da me e da mio fratello a portarci al cinema.”

Giorgio Armani
Lo chef Antonio D’Angelo, per anni personal chef di Giorgio Armani. Dal 2009 executive chef di Nobu Milano e da quasi due anni nel coordinamento del food and beverage di Giorgio Armani World Wide.

Tra le proposte, oltre ai Tortello piacentino ricotta e spinaci, anche i Canif, fonduta di Parmigiano “Vacche Rosse”, limone bruciato e tartufo nero, la Scaloppina al vino bianco e il Tiramisù savoiardo. La cena è proposta a 80 euro per persona.

Per info qui

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